Gabinát!

Gabinát!

Il giorno dell’Epifania é d’uso in Valtellina il Gabinát (dal tedesco “Nacht der Gaben” = notte dei doni). La tradizione è mantenuta viva dai ragazzi di Valtellina che in questo giorno, passando di casa in casa, appena viene loro aperto, pronunciano la parola “Gabinat” per primi, assicurandosi un dono dal padrone di casa.

A Valdisotto e a Bormio si comincia a vincere il gabinàt dai Vespri della vigilia dell’Epifania sino al tardo pomeriggio del giorno dopo.

Questa usanza, almeno un tempo, coinvolgeva interi paesi e vedeva tutti gli abitanti in competizione tra loro: era una vera e propria sfida vinta da chi precedeva l’altro nell’esclamare gabinàt!

Chi perdeva doveva quindi pagar pegno al vincitore, in genere con qualche dolce o una manciata di frutta secca.

Proprio per non far torto ai bambini, a Valdisotto in ogni casa venivano preparati dei piccoli doni costituiti da fazzoletti da naso (panét del nas) contenenti caramelle o frutta secca da consegnar loro qualora avessero fatto intrusione con la fatidica esclamazione.

In alcuni paesi si voleva che il pagamento consistesse almeno in tre premi (tre arachidi, tre mandarini …). In Valdidentro e in Valfurva, invece, i bambini dovevano vincere il gabinàt ai propri padrini di battesimo.

Vi era tuttavia anche chi non rispettava le regole e alla parola gabinàt si sottraeva al doveroso pagamento replicando “tira la coa al gat!” (tira la coda al gatto).

Il gabinàt è una tradizione fortemente radicata in Alta Valle. Ancora oggi, soprattutto i più piccoli, percorrono le vie dei nostri paesi cercando di vincere il gabinàt a parenti, amici e ai negozianti della zona.