Bugl del Cò de Sóra | Loc. Oga

Bugl del Cò de Sóra | Loc. Oga

Fu realizzata nel 1894 dai vicini della “contrada di sopra” o “Capo di Sopra” (Cò de Sòra), che si differenziava dagli ogolini abitanti in Cò de Sòt, laddove il discrimine era determinato dalla maggiore vicinanza degli abitanti a una delle due fontane. Il materiale di costruzione è granito e l’opera venne affidata a Girolamo Camadini tagliapietra di Grosotto, sotto patti e condizioni ben precise che stabilivano:

  • la località di provenienza del sasso (Ruina Mùf, ovvero luogo dove si abbattono o cadono i mughi, posto poco sopra il paese nella costa tra il ponte di Calosio e il ponte della Rasiga);
  • gli obblighi di collaborazione dei vicini (costruire un tetto per i giorni di pioggia, aiutarlo a rivoltare i grossi macigni, fare un piazzale per potervi lavorare…)
  • le misure del sasso (5 metri in corpo)
  • la misura delle vasche (larghezza m 1,15, altezza m 0,55 ciascuna)
  • lo scavo interno di ogni vasca (larghezza metri 0,95, altezza metri 0,45)
  • la capacità complessiva delle vasche (4,60 di vuoto per 1966 litri d’acqua)

Il corrispettivo previsto fu di 250 lire italiane.

Le sorgenti d’acqua costituivano un capitale talmente prezioso da essere severamente regolamentate e sorvegliate da appositi ispettori chiamati aguadri, dei maestri d’acqua che vigilavano sui canali irrigatori e sulla distribuzione turnaria delle acque. In seguito, il termine fu utilizzato anche per indicare i guardiaboschi (aquadro de boschi). Anche a Oga è testimoniata la loro presenza: nel 1659 gli aguadri ricevettero ½ boccale di vino mentre erano nel bosco intenti al servizio e nel 1660 furono rimborsati in lire 4 dalla Vicinanza. 

Oltre alle due citate fontane, presso la casa parrocchiale di Oga esiste una vasca di granito millesimata 1891, probabilmente anch’essa con funzione di approvvigionamento idrico e che oggi è utilizzata come aiuola.


Dagli scritti di Marsilio Santelli (1850 – 1931)

“Promomoria costruzione della Fontana alla somità dalla contrada in Oga 1894”

Avendo i vicini di Oga della contrada di sopra¹, proposto di fare una fontana in sasso², sono venuti a contratto con Camadini Girolamo fu Battista di Grosotto, taglia pietra di fare tale opera sotto i seguenti patti e condizione.

Il sasso per fare tale opera si ritrova in Rovina Muf³, I vicini si sono obligati a fare il piazzale per potervi lavorare e un po di tetto per i giorni piovani e di prestargli ajuto per rivoltare i grossi macigni.

II° Il sudetto Capo mastro e tenuto a tagliare il sasso e ridurlo a sistema in due pezzi che in corpo abbiano la misura di metri 5 e qual’che cosa anche di più se il sasso lo permete.

Con le seguenti misure. Larghezza m 1,15 altezza m 0,55. I due pezzi devono essere l’istessa largezza e altezza. Il vuoto tanto da uno come dall’altro di lungezza tra tutti due metri 4,60 di vuoto. L’altezza interna del vuoto di metri 0,45 larghezza metri 0,95 in modo che risulti il vuoto totale di contenere litri d’acqua 1966.

III° Il prezzo e stabilito di lire italiane 250 pagabile, un terzo, a termine del lavoro e il resto entro il mese di ottobre.

IIII° Il tagliapietra promette di fare le fontane come sopra stabilito ad eccezione che nel tagliare il sasso sortisse malamente, a non dare la misura stabilita, resta libero d’ogni pretesa i vicini da ogni lavoro fatto dal mastro.

  • La comissione:  Santelli Marsilio – Maiolani Massimo
  • Taglia pietra: Camadini Girolamo e compagni – Donagrand Lorenzo, Cristani Pietro

¹Ancora oggi il paese di Oga porta una suddivisione in “cò de sóra” e “cò de sót”, distinguendo in capo di sopra le abitazioni più vicine alla menzionata fontana e quelle del capo di sotto poste più vicine alla fontana millesimata 1890. Naturalmente i vicini di ogni “cò” avevano il diritto di utilizzare l’acqua della “propria” fontana per abbeverare il bestiame e per uso domestico (non esistendo allora alcun acquedotto).

²La descritta “fontana in sasso” o meglio di granito ancora esistente all’incrocio in cima al paese è tipologicamente simile ad altre due; l’una posta al centro (composta da due vasche monolitiche, datata 1890) e l’altra presso la casa parrocchiale (ora usata come aiuola, datata 1891).

³Località (detta in dialetto “ruina mùf”) posta in sponda destra del torrente Cadolena poco sopra il paese.