Pemónt, piccola contrada di Cepina il cui nome trae origine dalla sua posizione al piede del monte e la cui antichità è testimoniata da una trave millesimata risalente al 1387, rinvenuta durante alcuni lavori negli anni Ottanta. La piazzetta della frazione, lambita dal vicino torrente Vallaccia, anticamente era più bassa di quota di circa quattro metri; infatti, nel periodo del disgelo o durante forti temporali il corso del torrente trasportava grandi consistenze di materiale detritico e in più riprese ne aveva sopralzato la quota. I residenti, non possedendo i mezzi per rimuoverlo, semplicemente lo ripianavano cosicché alcune abitazioni furono rialzate di un piano lasciando quelli interrati invasi dai detriti alluvionali; ciò è testimoniato dal ritrovamento, in uno scantinato, di un antico accesso chiuso e murato nel 1843 dal proprietario Giacomo De Monti a seguito di un’esondazione del torrente, nonché da altri reperti quali fondamenta, locali a volta e resti di rustici precedentemente travolti dalle frane. Dai documenti conservati nell’Archivio Comunale di Valdisotto emerge che i residenti di Pemonte erano dediti ai mestieri più disparati: casari, falegnami, fabbri, conciapelli, sarti, tornitori di stoviglie in legno e, naturalmente, contadini e allevatori, attività a cui tutti si dedicavano. Le tracce, ormai quasi scomparse, degli antichi affreschi che decoravano le case esprimono la viva fede degli abitanti: un Sant’Antonio dipinto su casa Pedranzini risalente al ‘400; una figura sacra affrescata su casa De Monti ancora visibile fino al primo dopoguerra; una piccola edicola annotata in una mappa di inizio Ottocento; la cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga risalente al secondo decennio del ’900 e il santèl con la Madonna del Rosario all’ingresso della contrada, databile a metà 1800, la cui statua originale era un Madonna vestita (restaurata negli anni 2000, ora è posta in un’edicola nella Chiesa Parrocchiale). La piazzetta negli anni ha costituito centro d’incontro degli abitanti del piccolo borgo con le donne che lavavano alla fontana, gli uomini che sostavano dopo una giornata di lavoro, gruppi di bambini che giocavano nascondendosi nei fienili e nelle case senza che nessuno ne fosse infastidito. Oggi la piazzetta è diventata il ritrovo di giovani che dalle contrade vicine si ritrovano “in Piazza Rossa” per la loro festa d’estate.
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