La Torècia | Cepina

La Torècia | Cepina

Resti di un’antica torre di segnalazione, forse di origine romana, che formava con altre torri della valle un primo sistema di difesa da eventuali invasioni tramite l’accensione di fuochi con cui avvisare la popolazione. Le torri di questo tipo, generalmente a base quadrata con altezza intorno ai 20 metri, sorgevano in luoghi facilmente avvistabili posti in comunicazione visiva con gli altri presidi simili dislocati sul territorio, in modo che i pericoli potessero essere comunicati dall’una all’altra. Infatti, poco distante sull’altro lato della valle, il toponimo Tòr di Teveron ricorda la presenza di un altro manufatto le cui tracce erano visibili sino a pochi decenni fa.

La prima attestazione documentaria sinora nota della Torècia di Cepina risale a una pergamena di vendita del 1417, in cui tra i vari terreni oggetto di cessione viene citata la “pezia de la Torazia”, collocata in località Slengua (l’attuale Scleva). L’uso del dispregiativo (anche nelle varianti Toreza o Torazza) rivelava già lo stato di rudere dell’antico fortilizio, di cui oggi sopravvivono due sole pareti. Nel primo dopoguerra, infatti, la torre è stata in parte mutilata e le pietre, perfettamente squadrate, utilizzate per la costruzione di un tratto di scogliera del vicino fiume Adda. Verso il 1980 alcuni volonterosi provvidero a consolidare ciò che rimaneva dell’antica torre inserendo malta di cemento nelle commessure e con la posa di alcune pietre e di una croce sulla sommità.