Cosa sono le Coppelle?
Le Coppelle sono incisioni a forma sferica di diverso diametro e profondità, realizzate su monoliti di roccia micascistico-filladica (roccia con tonalità grigio-marrone, tenera e lavorabile, diffusa in queste zone), utilizzando pietre più dure come il quarzo, il marmo o il granito.
Le tecniche di incisione erano principalmente due: per tornitura facendo ruotare a lungo la punta della pietra più dura e per picchiettatura battendo costantemente la pietra più dura in un punto preciso.
Vasta la bibliografia che tratta questo tipo di incisioni rupestri caratteristiche soprattutto dell’arco alpino e prealpino. Le ipotesi più attendibili farebbero risalire questi segni del passato a partire dal Neolitico Eta’ del Rame (IV-III millennio a.C.) fino a epoche molto recenti.
Storicamente pare che l’uomo abbia fatto la sua comparsa nella nostra valle a seguito del graduale ritiro del ghiacciaio che in piccolissima parte domina ancora le cime delle montagne che circondano Valdisotto. Inizialmente nomadi cacciatori, gli uomini andarono poco a poco popolando le nostre vallate (insediamento preistorico al Dosso Giroldo di Grosio a pochi km da qui), dedicandosi alla pastorizia e all’agricoltura.
Presenza testimoniata appunto dalle incisioni rupestri che caratterizzano anche il Monte Vallecetta. Le Coppelle hanno ancora oggi un grande fascino e stimolano la nostra curiosità alla ricerca di una verità non ancora scritta. Storici e studiosi sostengono che queste coppe di pietra servissero durante riti sacrificali e propiziatori in tribù pre-cristiane che usavano i massi come altari erratici per la loro naturale conformazione e posizione. La presenza dei canaletti di scolo che collegano due o più coppelle farebbe pensare al sangue delle vittime sacrificali (animali) o nelle migliori delle ipotesi all’acqua delle vicine e numerose sorgenti naturali.
Altri sostengono che in epoche più recenti (fino al medioevo) le coppelle disposte secondo criteri geometrici precisi, servissero quasi da carta topografica del luogo o segno di delimitazione territoriale, confine ecc Secondo ipotesi più azzardate, le coppelle (soprattutto se piccole e numerose) rappresenterebbero le costellazioni.
Per quanto riguarda le croci, parlando di un periodo storico dal Medioevo al 900, sembra venissero incise dalla popolazione e/o pastori del luogo per scongiurare possibili valanghe o calamità naturali (vedi il masso 8).
Gli anziani del luogo raccontano di come, nel secolo scorso, le coppelle fossero utilizzate come schema di gioco e passatempo durante le lunghe
giornate di pascolo. A garanzia dell’autenticità preistorica delle coppelle vi è l’evidente diversità tra quelle incise recentemente con punte metalliche e quelle di antica e preistorica fattura, realizzate solo con l’erosione di pietra contro pietra.
Il Percorso
Il sentiero si sviluppa lungo le pendici del Monte Vallecetta tra i 1700 mt e i 1900 mt slm, partendo dalla curva di Palueta (3 tornante sulla strada per Bormio 2000) sopra l’abitato di S. Pietro, per una lunghezza di circa 7 km.
Il percorso è ben segnalato dai cartelli realizzati dal Parco Nazionale dello Stelvio, collocati dal Gruppo Alpini di Piatta lungo il tragitto e in prossimità delle Pietre Coppellate nel corso del 2005 (anno di inaugurazione dell’omonimo sentiero).
La numerazione dei massi istoriati dipende dalla sequenza con la quale sono stati segnalati e scoperti nel corso degli anni; il sentiero è stato realizzato in un secondo momento per agevolarne la visita lungo
un percorso accessibile, sicuro e nel rispetto delle proprietà private che il visitatore eventualmente dovesse attraversare.
Raggiunta curva Palueta, dove si può comodamente parcheggiare l’auto, si
suggerisce la visita al masso 7 de li Caribona che si trova in una piccola radura all’interno del tornante.
Questo masso presen slocate lungo il sentiero: spesso si trovano in ampie radure erbose, altre volte un po’ nascoste tra la vegetazione di ontani, abeti e arbusti.
Imboccata la strada forestale che conduce a Boeir, superato il Rio Vallecetta in localita’ Campecc si trovano, in sequenza i massi 8, 5 e 4.
Il masso 8, posto ad una ventina di metri al di là del torrente appena sotto la carrareccia che conduce all’Incant, presenta 23 coppelle e ben 32 croci. Più vicino alla strada, salendo il versante sulla sinistra il masso 5 presenta sei coppelle. Il masso 4 è posto nella parte più alta del pascolo, ben visibile per l’affioramento della roccia levigata su cui si contano 10 coppelle alcune
delle quali collegate tra loro dai caratteristici canaletti di scolo.
Abbandonata la strada per Boeir, il sentiero prosegue attraversando il Rio Vallecetta su un ponticello di legno in direzione Lecina. Risalita la sponda, dopo un centinaio di metri in leggera discesa, si riprende quota e attraversando un tratto di bosco, in buona parte costituito da larici, si raggiunge la Baita di Cagnola. Proseguendo, in un’ampia radura detta Carbonin, si incontrano i massi 1 2.
Il masso 1, di particolare interesse, presenta ben 23 coppelle di diverse dimensioni, di cui una molto grande (circa 26 cm di diametro). Per la posizione e la forma, questo masso viene identificato anche con il nome di masso altare lasciando intendere una possibile funzione di questi
particolari e molto diffusi siti archeologici. Il masso 2, appena sotto e poco discostante risulta scarsamente affiorante dalla vegetazione e conserva 18 coppelle.
Per raggiungere gli altri massi si percorre un tratto di strada asfaltata in direzione Bormio 2000 e nei pressi del tornante si torna sul sentiero forestale, in leggera discesa, fino a raggiungere le piste da sci.
In località Plan de li Fontana, sul bordo alto della scarpata, è ben visibile il masso 3 con 23 coppelle, 6 delle quali disposte a formare un arco. Anche questa disposizione non casuale delle incisioni (come la presenza di canaletti di scolo) ha dato origine a diverse interpretazioni.
Attraversata la Pista Stelvio si percorre il raccordo che costeggia il bosco e giunti al tornante de li Stradela si può osservare il masso 6 con le sue 8 coppelle. Da qui, raggiunto il Ciuk, si torna sulla strada asfaltata per circa 500 mt e passato il ruscello si imbocca la stradina sulla sinistra che porta fino alle Baite del Praculet (proprieta’ privata). Nelle vicinanze
del muretto sinistro posto alla base della porta del fienile è possibile osservare il masso 9 su cui si notano coppelle molto ravvicinate e ben conservate.
A conclusione della passeggiata si torna sulla strada asfaltata di Bormio 2000 a circa 1 km di distanza dal tornante di Palueta.