Al Crap de la Torècia | Cepina

Al Crap de la Torècia | Cepina

Resti di un’antica torre di segnalazione, forse di origine romana, che formava con altre torri della valle un primo sistema di difesa da eventuali invasioni tramite l’accensione di fuochi con cui avvisare la popolazione. Le torri di questo tipo, generalmente a base quadrata con altezza intorno ai 20 metri, sorgevano in luoghi facilmente avvistabili posti in comunicazione visiva con gli altri presidi simili dislocati sGrosso monolito posto accanto ai ruderi di una torre da cui prende il nome. Il masso potrebbe essere di origine erratica e gli studi fatti sulla sua composizione confermerebbero analogie con lo stesso materiale della Sàscia di Buèir, massiccio roccioso che si trova sul versante di fronte e dal quale potrebbe essersi staccato depositandosi sul piano. Questi massi erratici erano chiamati “trovanti” (in dialetto troànt, forse derivato dal verbo troàr «trovare») ed erano spesso circondati da un alone di mistero, probabilmente a causa delle loro dimensioni spropositate e per l’insolita posizione in cui spesso si ritrovano. Attorno ad essi fiorivano molte leggende legate al diavolo, poiché solo una forza straordinaria sarebbe stata in grado di rimuoverli dal loro lontano luogo sconosciuto; i graffi sulla pietra, allora, diventavano “gli artigli del diavolo” o le sue dita e nell’antichità tali credenze erano talmente radicate che nei processi di stregoneria bormini, tra i misfatti attribuiti ad una strega nel 1630 v’è anche quello di aver fatto cadere i “trovanti” sui villaggi abitati. Oggi un buon numero di questi innocui massi erratici sono meta degli appassionati arrampicatori che praticano il bouldering.