Il Forte Venini di Oga

Il Forte Venini di Oga

Cenni storici:

Il Forte militare di Oga fu eretto a difesa dei principali valichi alpini dell’Alta Valtellina tra il 1908 e il 1912. La struttura, oggi parzialmente nascosta dall’avanzare del bosco, fu collocata in posizione panoramica, in località  Dossaccio (1740 m).
La struttura, molto solida, fu costruita seguendo alla lettera i migliori studi d’architettura militare di inizio secolo, a cominciare da quelli del generale francese Brialmont. Furono impiegati grossi blocchi di pietra, ricoperti da uno spessissimo strato di cemento ed enormi quantità  di ghiaia e sabbia estratte dalla vicina Val Cadolena.
Proprio per portare in quota tutto questo materiale venne costruita l’attuale strada che conduce ad Oga, in sostituzione della precedente mulattiera dai tratti ripidissimi.

Sulla copertura quattro cupole corazzate in acciaio proteggevano i cannoni che, con una gittata massima di 12.800 m, potevano colpire obiettivi sullo Stelvio, al Passo del Foscagno, alle Bocchette di Pedenolo, alle Torri di Fraele, in Valfurva e raggiungere la valle di Trafoi, allora posta in territorio austriaco.
La particolare orientazione Est-Ovest dell’edificio fu progettata proprio perchè i cannoni potessero ruotare e difendere tutti i passi e i valichi potenzialmente soggetti al pericolo nemico.

Lungo il suo perimetro, all’interno e all’esterno delle mura di cinta, vennero collocati pericolosi reticolati e spuntoni disposti a ragno per impedire eventuali assalti.
L’accesso al cortile avveniva mediante un ponte a scorrimento che, una volta retratto, lasciava spazio ad un fossato con spuntoni acuminati posti sul fondo. Lunghi binari servivano per il trasporto delle munizioni, prelevate dai magazzini e portate alle sale di caricamento dove si confezionavano i proietti.

Le artiglierie del Forte, durante la Prima Guerra Mondiale, furono supportate da quelle dislocate sul vicino Monte Scale (2500 m) e sul Monte Forcellino.
Finita la guerra, essendo prossima al confine, la struttura fu affidato alla Guardia di Frontiera che dal 1935 alloggiò alla Casermetta, edificio ricavato da una baita in pietra collocata poco prima dell’ingresso.

Il Forte fu presidiato da militari sino al 1938, anno in cui la struttura venne intitolata al Capitano Venini, medaglia d’oro al valor militare.

Nel periodo della Repubblica di Salò fu occupato da fascisti e tedeschi che più volte vi prelevarono armi. I partigiani vi fecero irruzione nella primavera del 1945.

Al termine del conflitto il Forte fu abbandonato dalle truppe ma rimase custodito sino al 1958, quando l’esercito decise di lasciarlo definitivamente ritenendone esaurita la funzione.