Anche quest’anno si ripeteranno i falò di San Lorenzo – nel dialetto locale “li flama de San Lorenz”.
E’ una delle tradizioni storiche del piccolo paese di Oga, a cui la popolazione locale è legata in modo particolare. I tipici falò notturni (ed in particolare il grande falò posto sul balcone naturale di Tadé a 1900 metri di quota) vengono accesi in vari punti del paese e sulle pendici del monte San Colombano.
Da tempo immemorabile gli abitanti del paese si impegnano nella raccolta di notevoli cataste di legna che vengono poi bruciate in un colpo solo, creando nell’insieme un effetto grandioso ed affascinante. Nella tradizione locale sembra si voglia evocare il martirio di San Lorenzo, patrono del paese, che venne bruciato vivo su una graticola. Molto probabilmente però la tradizione della maestosa Flama di Tadé, gelosamente custodita dalla gioventù di Oga, ricorda il rito pagano che anticamente concludeva il raccolto delle messi, rito di rigenerazione della natura dopo un ciclo vegetativo. Quanto ai falò più piccoli che si accendono in paese, sono forse un’eco dell’incenerimento dell’ultimo covone che, nei tempi passati, veniva bruciato al termine della mietitura per spargere le ceneri così ottenute allo scopo di accrescere la fertilità dei campi.
Come ogni anno gli adolescenti che fino all’anno precedente si impegnavano a preparare i falò nei pressi del paese, hanno raggiunto con l’età anche una loro autonomia: per questo si staccano dagli adulti che li seguivano negli anni passati e – soli – si impegnano a realizzare ed accendere i falò posti a quota più elevata.
Anche questo distacco, questo responsabilizzarsi fa parte della tradizione ogolina: a rappresentare l’avvicinarsi all’età adulta.
A loro – adolescenti – che si sono portati in quota, subentreranno per la preparazione dei falò prossimi al paese altri bambini e ragazzi del paese, a portare avanti una tradizione bella, suggestiva e legata inconsciamente ai riti arcaici e pagani.